Il caro vita dovuto all’inflazione ha fatto aumentare i prezzi dei beni di prima necessità, si ripercuote su chi ha già meno possibilità, e aumentano i poveri
L’ultima analisi sulla crisi italiana ha portato a scoprire che neanche l’inflazione è uguale per tutti, può sembrare un paradosso, ma chi ha meno possibilità subisce ancora di più l’impatto dell’aumento dei prezzi sui beni primari, come pane, acqua e il costo delle bollette energetiche, facendoli scivolare ancora più in basso nel baratro delle difficoltà quotidiane.
E diventata sempre più drammatica la situazione del numero delle famiglie italiane che ha raggiunto e superato la soglia della povertà, infatti secondo l’ultimo censimento della Caritas sono oramai 5,5 milioni gli italiani in povertà. Due milioni di famiglie che, nella maggior parte dei casi, si tramandano la povertà di genitore in figlio.
L’inflazione pesa di più per chi ha meno
Secondo le ultime stime degli analisti, mai come in questo difficile periodo, l’inflazione risulta essere più diseguale, infatti sono i più poveri quelli costretti a spendere gran parte del proprio reddito per beni di prima necessità come generi alimentari e bollette, cioè quelli toccati di più dagli aumenti di questi mesi, rispetto alle famiglie che guadagnano di più e che quindi possono permettersi di spendere di più. Ecco che l’inflazione dei più poveri è assai più alta di quella dei più ricchi. L’Istat negli ultimi anni ha diviso le famiglie italiane in 5 classi di reddito e di possibilità di spesa per i cosiddetti generi primari e il risultato, prima della grande crisi attuale, portava a una differenza minima tra le varie classi. Ora invece questo gap è diventato molto più grande e la forbice si è allargata a sfavore di chi aveva già meno a disposizione. Questo perché, dopo gli aumenti, le famiglie già in difficoltà sono costrette a utilizzare fino a un terzo del loro budget a disposizione ogni mese, contro il 16,4% della quota cibo delle famiglie più abbienti.
Alla Caritas si allungano le file per un pasto gratuito
E si allunga così il numero di persone e di intere famiglie che scivolano al di sotto della soglia di povertà, infatti per il secondo anno dall’inizio della pandemia, l’Italia detiene il record storico di poveri. Secondo l’annuale Rapporto su povertà ed esclusione sociale realizzato da Caritas Italiana, presentato lo scorso 17 ottobre in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà, la situazione si è fatta davvero drammatica. Nel 2021 le famiglie in povertà assoluta sono state 1 milione e 960mila. Cinque milioni e 571mila sono le persone senza mezzi sufficienti per condurre una vita dignitosa. Una fotografia drammatica che viene quotidianamente registrata nelle maggiori città italiane e che diventa impietosa pensando al fatto che ora la povertà addirittura si arriva ad ereditarla. Chi è costretto a crescere in situazione disagiate ha scarse possibilità di poter migliorare la propria condizione nell’immediato futuro.